Una vicenda che riscrive tutto ciò si conosceva: la grotta delle Egadi con una assurda storia riscritta
Scopri la Grotta del Genovese a Levanzo: graffiti paleolitici e neolitici di daini, tonni e figure umane in un tesoro rupestre unico.

La Grotta del Genovese: scoperte millenarie tra daini e cacciatori
A Levanzo, la più piccola delle Egadi, si nasconde un vero santuario preistorico: la Grotta del Genovese, scoperta nel 1949 da un’artista fiorentina. Questa cavità carsica conserva una straordinaria sequenza di graffiti e pitture rupestri risalenti tra il Paleolitico superiore (11 – 12 mila anni fa) e il Neolitico. Fra le immagini più affascinanti spiccano daini, cervi, bovini, tonni e figure umane con copricapi animali, segno di una spiritualità arcaica profondamente legata alla caccia e ai riti comunitari.
Le incisioni più antiche, datate intorno al 9230 a.C. grazie a un frammento con bovide inciso, testimoniano l’evoluzione artistica dell’epoca epigravettiana. Le pareti raccontano dunque un arco di millenni in cui l’uomo passa da nomade a stanziale, sperimentando nuovi costumi, strumenti e riti simbolici.
Un viaggio tra arte preistorica e natura mediterranea
Situata a circa 30 metri sul livello del mare, la grotta si compone di un’antegrotta – usata in epoca tardo medievale come fornace e rifugio – e una retrogrotta, cuore delle testimonianze preistoriche. Il percorso di visita, accessibile solo con prenotazione e accompagnati da guide professioniste, dura circa due ore, tra barca o fuoristrada + trekking lungo la macchia mediterranea.
L’esperienza è un’immersione autentica nel passato: il contrasto tra luce e penombra, i profili scolpiti degli animali e i simboli umani – ancora oggi vietati da fotografare – creano un’atmosfera mistica, come se il tempo si fosse fermato tra le pareti di tufo.
Curiosità
Tra i tesori affiorati dai fondali tra Punta Braccetto e la vicina Camarina, spicca un antico elmo corinzio del VI sec. a.C., conservato al Museo Archeologico Ibleo di Ragusa, unico testimonianza simile rinvenuta nell’ovest del Mediterraneo. Scaturito dall’annegamento di una nave greca durante la Prima Guerra Punica, oggi l’elmo è un simbolo potente del passato marino e guerriero della Sicilia.